Cassano allo Ionio è un comune al centro della Piana di Sibari. Si trova a 250 mt. s.l.m. e si estende su circa 154 kmq. Il centro cittadino si estende fra due massicci rocciosi: la Pietra del Castello e la Pietra di San Marco. Sotto quest’ultima si aprono enormi cavità di origine carsine, risalenti all’età neolitica: le Grotte di Sant’Angelo.
Note storiche
Di origini antichissime, come testimoniano le scoperte fatte nelle immense grotte di S. Angelo, il territorio dove sorge Cassano era abitato sin dall’età neolitica. Sarebbe il primo insediamento umano della Sibaritide e tra i primi dell’Italia Meridionale. Risulterebbe essere infatti, l’antica Kossa ecataica.
Alla presenza degli Enotri sul territorio segue dapprima il dominio Romano durante il quale Cassano divenne Municipio e in seguito città Romana. Fu uno dei primi comuni ad abbracciare il Cristianesimo i cui segni sono ancora perfettamente visibili, tanto da essere definita la “Città delle Chiese e delle fontane”.
Probabilmente il nome deriva dal romano. In epoca romana infatti era solito affidare i territori a dei “Prediali” da cui prendeva il nome spesso seguiti da alcune desinenze (come -anus in questo caso), Cassano deriverebbe da una Famiglia gens Cattia, o Cassia, Cassìa o da un singolo, come Cassius.
Ai Romani seguirono Longobardi, Goti, Greci, Saraceni, Bizantini, Angioini.
Sibari – frazione di Cassano allo Ionio
A Sibari, una delle frazioni più importanti del comune, si trova un Parco Archeologico di grande importanza storica. Si tratta del sito di una delle più ricche e importanti città della Magna Grecia.
La zona fu il centro della civiltà degli Enotri fino al 730-720 a.C., quando arrivarono i Greci che fondarono Sybaris, fiorente centro commerciale in cui transitavano le merci provenienti dall’Asia Minore.
Sibari, in seguito alla guerra contro Crotone nel 510 a.C., fu distrutta e allagata dalla deviazione del fiume Crati. I sopravvissuti fondarono, nel 444 a.C., la nuova colonia di Turi, sullo stesso sito.
Nel 194 a.C. la città fu fondata nuovamente come colonia romana, col nome di Copiae, che fu poi cambiato nuovamente in Thurii. Continuò a essere importante fino al Medioevo, quando fu definitivamente abbandonata.
I suoi resti vennero individuati nel 1932 e tuttora sono in corso diversi cantieri di scavo.
Cosa vedere e cosa fare
Le civiltà che si sono succedute nei secoli, hanno lasciato tracce che negli anni si sono fuse e confuse dando origine a un unicum straordinario.
Il centro storico ospita una Cattedrale del XV secolo, difronte alla quale si erge una grande Torre Campanaria settecentesca. Sono ancora presenti i ruderi dell’antico Castello della Pietra e della Torre Milone (XII secolo) e del monastero basiliano di S. Marco da cui si gode la vista dell’immenso panorama della Piana.
A pochi passi dal centro storico si trovano le Grotte di Sant’Angelo: si tratta di un imponente complesso formato da 16 cavità carsiche che si estende nelle viscere della terra per qualche chilometro e che offre uno spettacolo mozzafiato di colori e forme.
Altra significativa grotta è quella della Vucc’Ucciardo, una cavità naturale che si sviluppa all’interno della Grande Pietra del Castello, dove tutto l’anno si tengono manifestazioni culturali e turistiche.
La città accoglie inoltre una delle più conosciute stazioni termali della provincia di Cosenza, le Terme Sibarite, praticate sin dall’antichità per le proprietà terapeutiche delle sorgenti di acqua sulfurea e dei rarissimi fanghi.
In prossimità della costa, si trova il Sito Archeologico di Sibari e il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, dove vengono custoditi i reperti rinvenuti negli scavi. Il Parco si estende per 168 ettari e si trova al km 25 della strada statale 106 Ionica che l’attraversa tutto in direzione nord-sud.
Ai turisti con spirito di avventura si consiglia il parco Sibari avventura. Divertimento e pratica sportiva all’aperto che, seguendo le stesse dinamiche di un parco di divertimento, utilizza attrezzature e servizi che soddisfano adulti e bambini: Paintball, gonfiabili per i più piccoli, il ciclo della produzione del miele, il vasto programma di attività outdoor (dalle escursioni nel parco del Pollino alla Ferrata di Cerchiara, dalle Gole del Raganello all’uscita in grotta).
Particolarmente interessante è l’offerta “didattica”: l’evoluzione del parco avventura in una struttura che coniuga divertimento, avventura e esperienze nel campo archeologico vivendo un giorno da antico romano.
Non lontano dal Museo si trova la località Laghi di Sibari, una profonda insenatura attrezzata a porto e villaggio turistico.
È significativo, riguardo alla cultura bizantina, anche il Santuario della Madonna della Catena, situato lungo la vallata dell’Eiano. Numerose le risaie che occupano circa 600 ettari di terreno.
Per il visitatore amante della natura, si segnala la Riserva Naturale Foce del Crati, dove abbonda la vegetazione e uccelli di varie specie animano l’ampio sbocco del fiume e la bellissima spiaggia.
Particolarmente interessante, nel periodo pasquale, l’arte antica dei ricami in oro con cui è stato realizzato il vestito della Madonna custodita nella Basilica minore di Cassano. Le tradizioni antiche di questa arte preziosa, tramandate fino ai nostri giorni, consentono ancora oggi la realizzazione dei vestini delle bambine che partecipano alla Processione del Venerdì Santo. Il laboratorio “Arte e merletti” organizza dimostrazioni di tale tecnica.
E per gli amanti del mare, il litorale offre sia la possibilità di stabilimenti attrezzati sia la possibilità di usufruire della spiaggia libera. Non mancano infine i numerosi locali, bar, ristoranti, pizzerie che, soprattutto nel periodo estivo, animano la cittadina.
Su Piazza Pertini inoltre, il Teatro Comunale conosciuto come “La Bomboniera” offre ogni anno una stagione teatrale molto varia.
Tradizioni enogastronomiche
Meritano di essere conosciuti il Pane della vicina Cerchiara del peso di 2 o 3 chili che si mantiene morbido e saporito per due settimane; il Riso di Sibari particolarmente saporito e rinomato per la preparazione di ottimi risotti.
Tra i primi piatti “i maccarruni i casa”; la fileja; “ a pasta ‘ncasciata” (maccheroni conditi con ragù, salumi, uova sode, caciocavallo e melanzane fritte).
Le Clementine oltre ad essere consumate fresche, vengono trasformate in canditi, marmellata, succhi, sorbetti, dolci e liquori.
Ottimi i formaggi, il miele delicato, i salumi stagionati dal caratteristico colore rosso del peperone dolce o piccante, che conferisce il sapore tipico di salami, salsicce e soppressate calabresi.
Una menzione a parte meritano i liquori e gli amari alle erbe, ai semi di finocchietto, all’anice e alla liquirizia.