Franco Filareto
Le origini del culto mariano
La religiosità di Rossano è spiccatamente mariana.
Maria, per le sue virtù, è stata prescelta e chiamata ad essere“S. Maria la Theotòkos o la Generatrice di Dio” (“Ἁγία Μαρία ἡ Θεοτόκος”)o “la Méter Theù o la Madre di Dio” (“Ἁγία Μαρία ἡ Μέτηρ Θεοῦ”). Di questo titolo restano tracce nelle lettere “Th” (“Θ”) e “S” (“S”), l’iniziale e la finale di Theotocos (Θεοτόκος), scritte in alto dell’icona Achiropita sulla sinistra del Bambino e, nelle lettere “MR” (“MR”) e “ThY” (“QU”) di “Méter Theù” (“Μέτηρ Θεοῦ”), riportate sul lato sinistro di tutte le icone mariane bizantine.
Il culto e la venerazione di Maria, iniziati nel V secolo, arrivano, ben presto, anche in questo nostro territorio e a Rossano, dove il Cristianesimo è presente almeno dal sec. IV. E’ più che probabile che il culto e la venerazione di Maria vengano introdotti dai Bizantini, all’indomani della guerra greco-gotica e della conquista di Rossano (535-553). La tradizione, infatti, vuole che l’icona di Maria Theotokos, successivamente nota come l’Achiropita, risalga al 580-582, legata alla nota vicenda del monaco Efrem e dell’Imperatore bizantino Maurizio.
La consacrazione della cattedrale e i diversi titoli della Madonna
Nel sec. X, il secolo d’oro di Rossano (“Ρυσιάνον”), quando la nostra città era la capitale del dominio bizantino in Italia e una delle città più importanti del Mezzogiorno, la Cattedrale o “Catholiché Ecclesìa” (“ΚαJολικὴ Ἐκκλησία”) o la Chiesa Grande (“Μεγάλη Ἐκκλησία”) è consacrata a Maria la Madre di Dio o Theotokos o “Méter Theù”.
La Madonna a Rossano, allora durante l’Età Bizantina e nei secoli successivi, ha assunto altri 9 titoli onorifici (“tituli insignes”): la nostra Signora Madre di Dio (“Dέspoia ἡmῶn QeotόkoV”), la sempre Vergine Maria (“ἈeipάrJenoV Marἱa”), Colei che garantisce la protezione (“Dunasteίa”), Colei che assicura l’aiuto (“BoήJeia”), la Signora vestita di rosso-porpora (“Gunἡ porjurojόroV”), l’Immacolata Madre di Dio (“UpέragnoV QeotόkoV”), la Guida o la Conduttrice o l’Educatrice dei fanciulli e dei giovani (“Paidagogή”), la Protettrice (“ProstάtiV”), S. (Maria della) Pace (“Ἀgίa Eἰrήnh”).
Successivamente compaiono altre 3 denominazioni di Maria, destinatea rimanere nella memoria collettiva del popolo di Rossano, rappresentate da una specifica iconografia, che è, nello stesso tempo, teologia ed arte: “Panaghìa” (“Panagίa”), la Tutta Santa o Santissima, che dà il suo nome all’omonimo Oratorio monastico (sec. X-XI), “l’Odeghétria” (Ὀδηγήτρια”), ossia Colei che guida (sulla Via che conduce alla Vita e alla Verità), che è il nome dell’affresco parietale superstite dell’Oratorio di S. Marco (sec. IX-X), è venerata anche come la Regina dei mari e la Pratrona dei marinai; “la Nea Odeghétria” o “la nuova Odigìtria” (“ἡ Νέα Ὀδηγήτρια”, per distinguerla dal prototipo conservato a Bisanzio, alla quale S. Bartolomeo da Simeri consacra la Chiesa e il Monastero da lui ri-fondati, meglio noti con i nomi di “Patìr” o “Patìre” o “Patirion”; una seconda si trova nell’ex Oratorio di S. Anastasìa ora Tempio di S. Marco, superstite frammento delle decorazioni ad af-fresco dell’edificio; una terza “nuova Odigìtria”, meglio nota come la Madonna di Costantinopoli, risalente al sec. XVI-XVII, si trova nella Chiesa dell’ex Monastero dei Cappuccini).
Il titolo di Achiropita e la nuova Cattedrale
E, infine, il titolo più importante (il 14°), affermatosi negli ultimi dieci secoli, è “Acheiropòiete” o “Acheiropòietos” (“Ἀceiropoiήtη” o “ἈceiropoiήtoV”), Maria Achiropìta, così denominata perché la sua icona, che è un af-fresco parietale, è ritenuta “fatta (ma) non da mano umana”, ossia ispirata e dettata all’artista-pittore da Maria, perciò manifestazionedel Vero e del Bene nel Bello. Il titolo onorifico di Achiropìta, che è la sintesi unitaria di tutti gli altrititoli onorifici sopra ricordati, designa la nuova e attuale Cattedrale di Rossano, fatta edificare dai Normanni (seconda metà del sec. XI), quale segno visibile di novità e discontinuità con il recente passatogreco-bizantino, riutilizzando un precedente Oratorio monastico, che ha avuto due fondazioni,una al tempo dell’eremita Efrem (nel 580 ca., come attesta la tradizione), l’altra tra l’VIII e il IX secolo.
La pittura parietale a fresco della Generatrice di Dio o Achiropìta, pur menzionata per la prima volta nella seconda metà del sec. XI, risale ad alcuni secoli prima.
La tradizione la data alla fine del sec. VI (intorno al 582) e la collega all’incontro tra Efrem e il principe bizantino Maurizio; questa ipotesi, in passato sbrigativamente ritenuta erronea, ha ripreso credibilità alla luce degli studi del compianto prof. Giuseppe Roma sull’affresco (analisi stratigrafiche e micro-prelievi), sotto il quale sono stati rinvenuti i resti di un più antico affresco, che potrebbe aver fatto parte di un ciclo parietale e risalirea quell’epoca. L’attuale venerata immagine dell’Achiropìta risale probabilmente al sec. VIII, ossiaal tempo della “iconoclastìa” e della resistenza da parte di quanti difendono il valore simbolico e teologico delle immagini sacre, e potrebbe essere una figura “ri-dipinta”.
Alla fine del secolo XI (1085/1086), la nuova Cattedrale dell’Achiropìta viene trasferita nel sito attuale, insieme, contemporaneamente e accanto a questa, a un nuovo Episcopio, entrambi in sostituzione di quelli precedenti.
Un 15° titolo è stato aggiunto dall’ Arcivescovo Santo Marcianò, che ha definito Maria la “Vergine della Bellezza.
Un 16° titolo è aggiunto dall’Arcivescovo Giuseppe Satriano, che ha dato alla Theotokos il titolo di “grembo santo di Dio…, mistero d’Amore”. Quella dei Rossanesi, dunque, è una religiosità fortemente connotata al femminile, materna, rassicurante, tenera, protettiva.
L’Achiropita simbolo di identità e unione territoriale
Da mille anni le storie, religiosa e laica, della Chiesa e della città di Rossano vengono incardinate e incentrate sull’icona dell’ Achiropita, che non è una qualsiasi opera pittorica policroma, sia pure di straordinaria bellezza. Viceversa, essa è ritenuta dai Rossanesi l’immagine rivelatrice della Madre di Dio, la mediatrice di salvezza, il simbolo più alto della donna che dà la vita, il cuore spirituale e vitale di riferimento della religiosità e della cultura dei Rossanesi.
I Rossanesi, nella devozione e nel fascino misterioso della sacra pittura, trovano –ancora oggi- il senso dell’identità, l’orgoglio dell’appartenenza, l’elemento di coesione e di unità. Un amore devozionale così forte e autentico da resistere al trascorrere di tantissimi secoli. Un fatto razionalmente e scientificamente inspiegabile. Un fatto che ha il sapore magico del paradosso e del mistero e che solo la fede comprende e giustifica.
Dal 2007, l’Achiropita è la Patrona dei 19 Comuni e delle popolazioni dell’ Arcidiocesi di Rossano-Cariati: dunque, l’identità e il senso dell’ appartenenza territoriali, sia in senso laico che religioso,hanno come centro gravitazionale il culto mariano della Theotokos Achiropita. L’auspicio è oggi che quella scelta illuminata possa contribuire a unire il territorio in una comune visione di ampie prospettive.